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     Deh cara! non sprezzar il mio consiglio,
     Fuggi a tempo il periglio,
     Torna al primiero albergo, e va latino 32.
               La querula Civetta,
                    Che fra i notturni abeti
                    Inciampa nelle reti,
                    Non vede il laccio ancor.
               L’aurora, che s’affretta,
                    Palesa, sì, l’arcano;
                    Ma allor si tenta in vano
                    L’incauto piè discior.                      Ostilio via.


SCHIENA III.

Ciborra sola.

     Questi son dunque i sperati Imenei?
     Fuggir degg’io qual rea? e di che rea?
     D’un temerario amor? Ah ingiusti Dei!
     Deh! perchè un crime non fu anco tra voi
     L’amor della gran Diva con Adone,
     E quel d’Europa col gran Giove Ammone?

Segue recitativo con gli stromenti inscritti.

Zampogne sole.

     Perchè a voi, Dive, che pur caste siete,
     Violini con false intonazioni, e corni.
     E a te gran Dio d’amor, che fai il cieco,
          Piacque l’infida moglie di Vulcano
          Veder involta all’uso Messicano
          Col Divo Marte presi nella rete?