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è risultato un atomo d’idrogeno carico di elettricità positiva, il quale fu attratto al catodo, e ricostituitosi, con l’acquisto di un elettrone, divenne capace di emettere la serie principale.

Il Lenard, per sua parte, avanza ancora un’ipotesi, che diverse circostanze, su le quali non posso insistere, rendono plausibile, e cioè che le diverse serie accessorie derivino da atomi che hanno perduto un diverso numero di elettroni. La prima accessoria sarebbe prodotta da un vibratore di carica 1, la seconda da un vibratore di carica 2, e così di seguito.

In realtà lo splendore delle serie accessorie cresce fra i metalli alcalini con il peso atomico, e cresce con il peso atomico la tendenza ad assumere valenze superiori all’unità; così, per esempio, per il cesio si conosce persino un pentaioduro.

8) Le esperienze riferite ai paragrafi 2, 3 e 7 fanno supporre, secondo le idee del Lenard, che gli atomi (neutri), i quali emettono le serie principali, siano stati prima elettrizzati positivamente.

È naturale pensare che questa circostanza abbia per l’emissione della luce un significato profondo, che cioè il vibratore cominci ad emettere delle onde elettromagnetiche, appunto quando, e appunto perchè gli elettroni da esso perduti ritornano, e lo ricostituiscono nello stato di neutralità.

Un nuovo argomento in favore di codesta tesi si rinviene nelle esperienze notissime dello Stark su l’effetto Doppler dei raggi canali. Se i nuclei che emettono la serie principale dell’idrogeno possiedono una velocità considerevole è manifestamente perchè essi sono, o sono stati, carichi di elettricità positiva.

Ma è facile vedere che la seconda alternativa è da prescegliere, perchè il Wien ha dimostrato9 che, facendo agire un magnete sopra un fascio di raggi canali, si deviano le particelle elettrizzate, ma non si perturba sensibilmente l’apparenza luminosa. E questa non procede dunque da quelle.

9) Se accettiamo che l’atomo emetta la luce quando torna ad essere neutro, ci si presenta subito un problema interessante. Perchè possiamo domandare se l’elettrone riacquistato irradii esso stesso, o provochi invece le vibrazioni di altri preesistenti nell’atomo.

Non sembra possibile rispondere, almeno per ora, alla domanda con piena generalità. In un caso particolare è riuscito però al Lenard medesimo, con una serie di esperienze, degne veramente di ammirazione, di stabilire con certezza che l’elettrone «vagante» e l’elettrone «radiante» sono senza dubbio distinti.

10) Si sapeva da gran tempo che i solfuri dei metalli terroso-alcalini e il solfuro di zinco non presentano mai fosforescenza quando sono