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per il che formerebbersi sali più facilmente assimilabili dalle piante. L’utilità della compressione della cotica dei prati, praticata in primavera, facendovi passar sopra un cilindro pesante di pietra, oppure facendovi pascolare il bestiame in autunno, e poi uguagliando la superficie in primavera col suddetto cilindro, trova la spiegazione nell’esposto principio, nel ridurre cioè a maggior contatto le radici col sottoposto terreno.

Nelle terre prive naturalmente di sostanze vegetali, il sovescio ed il lavoro sarebbero due agenti efficaci di umificazione (Vedi § 21). Pel sovescio si scelgono quindi piante le quali, nel più breve tempo possibile, si rivestano di abbondante fogliame, allo scopo di rendere più pronta quest’umificazione preparatoria del terreno, sotterrando la maggior possibile quantità di materie vegetali.

Per questi fatti, invece di distinguere l’humus in acido e dolce, sarebbe più conveniente il distinguerlo in torboso, o materia vegetale in istato di lenta combnstione, ed in terriccio, o materia vegetale umificata per l’avvenuta combinazione coi materiali inorganici terrestri. E le materie vegetali sarebbero utili alla nutrizione delle piante soltanto in quest’ultimo stato, in modo non diverso da quello che tengono i concimi, i quali dovrebbero combinarsi ai materiali terrestri prima di entrare nell’organismo delle piante.

Queste considerazioni, io non ritengo inutili all’intento di riunire sotto un sol punto di vista il modo di agire delle diverse sostanze che naturalmente si trovano nel terreno, o che artificialmente vi si aggiungono; sembrandomi che un principio possa acquistare maggior fondamento allorquando spieghi il maggior numero possibile di fenomeni.