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Nell’alimentazione animale non vi possono essere alimenti universali, perchè ogni specie, ogni età, ogni condizione, esercita una scelta particolare; nè vi sono, nè vi possono essere alimenti concentrati o binutritivi. Nell’alimentazione vegetale domina la stessa regola, essendo necessario che l’alimento sia in giusta relazione coll’ampiezza dello stomaco vegetale, cioè collo spazio occupato dalle radici. La pratica provò ai creduli che coi concimi universali si comperava qualche cosa d’inutile e qualche cosa di mancante, e che coi concimi concentrati succedeva quanto oggidì succederebbe a chi volesse satollare 5000 persone con 5 pani e 3 pesci.
Se però le piante si nutrissero con sostanze che le radici trovano previamente disciolte nel terreno, la natura avrebbe commesso un errore col dare una tanto svariata disposizione alle radici, dovrebbe sussistere il concime concentrato, e l’aumento indefinito dei raccolti (Vedi § 14).
Fra le cause che possono alterare la nutrizione vegetale, alterando gli organi servienti alla respirazione, credo di poter annoverare gli esseri parassiti, animali o vegetali, i quali scelgano per loro dimora le parti verdi.
Ogni qual volta un insetto od una muffa si collochi alla pagina inferiore d’una foglia, questa immediatamente perde il color verde nel punto affetto, come vediamo nelle escrescenze rossiccie delle foglie dell’olmo, in quelle tondeggianti delle foglie della rovere, nelle macchie rossiccie delle foglie della vite e del pesco colte in primavera dalle nebbie, ecc. Costante è l’osservazione che quando una parte non assorbe o cessa d’assorbire acido carbonico, come i petali dei fiori, i frutti maturi, e le foglie all’avvicinarsi del verno, perdono il color verde e prendono il color giallo rossiccio. — L’imbianchimento della verdura è basato appunto sull’impedire alle foglie il contatto della luce e quindi l’assorbimento dell’acido