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dopo un tempo più o men lungo, la pianta perirà. La nutrizione cessò appena che le foglie si trovarono nella oscurità, e quel meschino successivo sviluppo di germogli, avvenne, come nella germinazione, a spese dei materiali già esistenti nella pianta. L’oscurità avendo impedita la funzione delle foglie, non ha impedito l’assorbimento dell’umidità per parte delle radici, ma non vi ebbe più assimilazione di materiali.

Ora, invece di impedire la funzione delle foglie per mezzo dell’oscurità, toglietele, e lasciate la pianta nelle condizioni normali. Mano, mano che toglierete foglie, le gemme procureranno di fornirne di nuove, ma tolte anche queste subito che si mostrano, sebbene continui l’assorbimento dell’umidità terrestre, la pianta dovrà inesorabilmente perire, non potendo per mancanza di foglie elaborare nè i materiali terrestri, né i proprii.

Insomma, l’epoca di germinazione in senso fisiologico, sia d’un seme quanto d’un germe od embrione qualunque, sia d’una pianta che non potendo respirare non possa elaborare materiali fuori del proprio organismo, è da rassomigliarsi all’epoca letargica d’un animale, durante la quale consuma la propria sostanza. Terminata l’epoca di germinazione, quando la pianta venga disturbata nella funzione respiratoria, può rassomigliarsi ad un individuo che, come già si disse al § 7, impedito di respirare normalmente non può neppure nutrirsi normalmente; o che mancando d’alimento, la di lui respirazione vada in parte a consumare le sostanze proprie, come succede negli infermi, nei vecchi, od in quelli cui si presti una insufficiente alimentazione. Nè qui voglio ripetere quanto già dissi nel suddetto paragrafo, sulla relazione strettissima che, tanto negli animali quanto nei vegetali, esiste fra l’elemento assorbito dai polmoni o dalle foglie, e la quantità di nutrimento elaborato ed assimilato. Solo esporrò alcune applicazioni pratiche di