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42 F. Sabatini


E qui non è inopportuno dire come un frammento di questo rispetto raccogliesse Giacomo Leopardi in Recanati nel maggio del 1820.1

5. Arza la bbionda treccia, e nun dormire
Nun ve fate convincere dar sonno:
Quattro parole io ve devo dire
E ttutt' e cquattro so' d'un gran bisogno.
Primo, che, bbella, me fate morire,
La seconda ch'un gran bene ve vojo,
La terza che vve sia riccommannato,
L'urtima ch'io de voi so' 'nnammorato.

Questo canto, ch’è sparso nelle provincie meridionali, per tutta Toscana, per le Marche, per l’Umbria e nel Lazio,2 e di cui si ha qualche lieve traccia nel Veneto,3 è formato dallo innesto d’un distico e d’un esastico di due diversi rispetti del secolo xv (codice della Comunale di Perugia, C. 43 ).4

Il distico dice:

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Alza la testa da le trecce bionde,
Levati suso, e più non dormire

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  1. Gianandrea, p. vi.
  2. Casetti-Imbriani, II, p. 122; Tigri, p. 70, c. 263; Gianandrea, p. 131, c. 48; Marcoaldi, p. 63, c. 69; p. 140, c. 40. Cfr. Sabatini, Alcuni strambotti di Leonardo Giustiniani, p. 13.
  3. Bernoni, punt. IV, c. 45.
  4. D'Ancona, La poes. pop. it., p. 444, c. II; p. 449, c. 39.