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La libbertá romana acquistata e defésa.


Povema eroicòmico.


L’Autore al nobilissimo Popolo Romano.


Essendom’ io, fin dalla prima mia giovinezza, presa gran dilettazione sulla lettura de’ migliori poeti di moda, che ne avevo alcuni de’più voluminosi a memoria (come Dante, Ariosto, Tasso, Virgilio, Ovidio, Chiabrera ed altri) avvenne che conversando con alcuni de’ più belli ingegni Arcadi, Quirini ed Infecondi, non potei far’ a meno ancor io di produrre in certe occasioni alcun mio poetico componimento, così serio, come giocoso; quale abbenché non portasse alcun nome in fronte, pur si riseppe per le ricerche de’ più curiosi, essere dalla mia debolissima penna sortito; onde da alcuni di loro più invasi dagli spiriti delle Muse, era instigato ad applicarmi allo studio, ed esercizio della Poesia (come suol dirsi) con tutto l’uomo, augurandosi gran cose di me, per cagione della naturale attività che conoscervi dicevano.

Ma io che professava l’arte di musico compositore ed era spessamente impiegato a comporre musiche per feste fatte da’ Ministri de’ Sovrani d’Europa ed altri signori, ne’ loro palazzi e piazze, o nelle Chiese (come