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cognominibus aemulum Solis ac Lunae... Hujus natura cuncta generantur in terris. Quindi reggeva col nome d’Espero i cavalli della Luna quando sorgeva dall’Oceano, come tuttoggi si vede in Roma nell’arco costantiniano; e col nome di Lucifero ΦΩΣΦΟΡΟΣ era detto portatore del Sole. Due nomi ch’egli ebbe ne’ tempi più illustrati dalle scienze (Cicerone de natura Deorum, lib. ii): Stella Veneris quae phosphoros graece, Lucifer latine dicitur cum antegreditur Solem, cum subsequitur vero Hesperus. Ma sino dagli antichissimi tempi i persiani con uno stesso rito e con diversi nomi adoravano Espero, Diana e Venere (G. Gern. Vossio, dell’idolatr. lib. vii, 1 ). Quindi, per le ragioni dimostrate nella precedente Considerazione, Semiramide fu adorata sotto il nome di Venere figliuola di Dione o per Venere Dione uno de’ primi idoli femminili dell’Asia (Bianchini Stor. univers., Deca iii, cap. 21). E da Dione venne il nome di Diana: il che prova ognor più le congetture nostre sull’antichità del Dio Cacciatore. I poeti frattanto, dopo Omero che chiamò Espero la più bella delle stelle (Iliad. xxii, 318), la ascrissero sempre alla più bella delle Dive, Mosco idil. vii:

          Ἕσπερε τᾶς ἐρατᾶς χρύσεον φάος Ἀφρογενείας,
          Ἕσπερε, κυανέας ἱερὸν φίλε νυκτὸς ἄγαλμα.|?}}
          Espero, aureo splendore dell’amabile Venere,
          Espero caro, sacro ornamento della notte cerulea.

E veramente è si splendida, che talora non è vinta dalla luce diurna. Anche Virgilio:

          Qualis ubi Oceani perfusus Lucifer unda,
          Quem Venus ante alias astrorum diligit igneis,
          Extulit os sacrum coelo tenebrasque resolvit.

divini versi, de’ quali fu fonte Omero (Ilad. v, v. 5), imitato da Pindaro (Istmica iv, 41 e sg.), da Dante ( Purg ., canto xii, 88).