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          Onde a te, Dea per molti inclita nomi
          E per molte are celebrata, or offre
          Grazie la pari ad Elena, la figlia
          Di Berenice Arsinoe, di mille
          E varj doni ornando il bello Adone.

I doni vedili descritti nel poeta e nel suo interprete Varthon. Le feste riuscivano gradite agli Egizj, e per la prodigalità de’ re, e per la pompa, e per la voluttà delle giovinette, le quali in quelle solennità andavano con le mamme scoperte e con tutte le licenze che l’Egitto imitò dagli Assirj (Luciano de Dea Syria). Così la deità nuova diveniva cara e necessaria.

La seconda regina di Egitto fu Arsinoe, quella stessa che fu di macchina nel nostro poemetto, e s’è mostrata deificata a pag. 112, 113.

La terza fu la Berenice dalla bella chioma, la quale, impaziente dell’apoteosi la fece conseguire anzi la morte alle proprie trecce, ed era sin da’ primi tempi del suo matrimonio riputata immortale come le Grazie. Callimaco, epigram. lv:

          Quattro sono le Grazie: or s’è creata,
          Oltra le prime tre, Grazia novella
          Rugiadosa d’unguenti. Oh fortunata
          E a tutte invidia Berenice bella,
          Che le Grazie non son Grazie senz’ella!

Vedi un altro de’ tanti antichi esempi, ove 3 — 1 = 0.

Frattanto senza ch’io più mi distenda, le medaglie tutte de’ Tolomei (Annales compendiarii Syriae Erasmi Froeslich), le loro statue (Paus., in Atticis), i nomi che le Berenici e le Arsinoi regine davano alle città e alle province (Plin., lib. v, cap. 9; Tolomeo Geograf. Strabone ed altri); le lodi sterminate e più che divine, che i re stessi d’Egitto si arrogavano (Monumentum adulitanum, da