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note. Versi 55 — 58. 113


Discompagnati nella navigazione da una burrasca del mediterraueo gli Epizefirj approdarono in Italia: gli Ozoli in Pentapoli di Libia, e tennero il promontorio Zefirio. Altri Locri Ozoli erano in Grecia presso Delfo Da questi vennero i Nasamoni di cui parla Tacito, ed i Naricj di cui Virgilio». Nè avrei creduto al gramatico s’ei non citava Tacito, ne’ cui libri rimasti non vedo orma di queste storie, e doveano essere ne’ perduti. Ma de’ Locri d’Africa, ov’era il promontorio d’Arsinoe Zefiritide, parla anche Virgilio xi. 265.

          — Libicone habitantes litore Locros?

3.° Berenice moglie di Tolomeo Lago, ed Arsinoe sorella e moglie di Filadelfo furono indiate, ed associate a Venere, di che ti è bastantemente detto nella nostra considerazione sopra le deificazioni. Zefiritide dunque Arsinoe, e Venere sono una stessa persona la quale ha Zefiro, idoleggiato cavallo alato, per ministro, e chiamasi Locride, perchè il tempio di lei era nel mare posseduto un tempo da’ Locri, e quindi si esclude la lezione spuria Chloridos, soggètto di molti assurdi commenti.

Resta ora a sapere chi sia quella Venere della quale sul grembo casto Zefiro colloca le chiome. Ecco l’osservazione acutissima del Conti. = Poetica è l’ipotiposi della traslazione. S’impiega il Zefiro fra tutti i venti il più soave, perchè mollemente e rispettosamente innalzi la chioma di Berenice, Venere in quanto Zefiritide gliel comanda; e non potendo egli passare alle stelle fisse che per la regione planetaria egli tosto colloca le chiome nel grembo della Venere celeste. = Ma per questa osservazione, ove anche fosse vero che Callimaco intendesse per casta la Venere del terzo cielo, dov’ella secondo le idee