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sezione xvi) allega per esempio di sublime il giuramento di Demostene per le anime de’ morti in Maratona. Così è pieno di magnificenza, perché porta tutti i pensieri del lettore sulle grandi speranze del futuro, quel giuramento d’Ilioneo: Eneid. vii, 234:

                    Fata per Æneae iuro.

E pieno di profondo dolore è quello di Pier delle Vigne in Dante: Inferno, canto xiii, v. 73:

               Per le nuove radici d’esto legno
               Ti giuro che giammai non ruppi fede
               Al mio signor. . .

ma chi vuole sentire la forza di questi versi, legga tutto il discorso di quel venerando suicida. Quintiliano scrive alcuni precetti sul giuramento, ma son tutti da poco; ed insegna assai più, quand’egli (lib. iv, nel proemio), narrando a Marcello Vittorio le proprie sciagure domestiche, esclama: Juro per mala mea, per infelicem conscientiam, per illos manes numina doloris mei. . ..

considerazione vi

Scavo del monte Athos.

Verso 45. — Cicerone (de finib., ii, cap. 34) memora lo scavo dell’Athos; Diodoro Siculo (lib. xi), Properzio (lib. ii, eleg. 11, 20), Plinio (lib. iv, 10), Pomponio Mela (de sit. Orb., lib. ii, 2), ed altri; oltre a questi versi di Callimaco, ed i due primi narratori Erodoto (lib. vii, 22) e Tucidide (lib. iv, cap. 109). Nondimeno i cementatori del poemetto tacciono: madama Dacier reca il testimonio di un viaggiatore del secolo xvi: Belonius tamen ait se numquam ulla vestigia divisionis in illo monte animadvertisse: onde il Volpi da buon