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Shakespeare. Quindi Diana può movere fin Radamanto (Teocr. Idil. ii), e se v’ha cosa altra più salda. È Dea mangiacani, κυνοσφάγης θεός (Licofrone, v. 77), rozzo e barbarico attributo; e le donne prese d’amore, passione eterna ed universale della natura, onde il Petrarca dice, (Trionfo d’Amore, iii, vers. 150, ch’ella aggiunge
di cielo in terra, universale antiqua,
invocavano la Luna (Scoliaste di Teocr. Idil. ii, v. 10).
Il nome stesso greco di Diana, Ἄρτεμις, è composto delle parole ἀέρα τέμνω, aere rompere, onde ella ha doinio anche sopra l’aria; e fu quindi consecrato da’ greci un promontorio col nome d’Artemisio, perché v’era il tempio di Diana, ch’essi chiamavano orientale (Plutar. in Temistocle; Erod. lib. vii).
Abbiamo da’ poeti (Callimac. in Diana) ch’ella era preside de’ porti e delle isole mediterranee, le prime che si conobbero, di tutti i monti e di tutte le selve, prime abitazioni de’ mortali: ed a Diana fu dedicato un timone di nave (Callim. loc. cit., v. 229); e Pindaro la chiama Fluviale (pitica ii, V. 12): ποταμίας ἕδος Αρτέμιδος .
Perché questa Dea aveva possanza in cielo, in terra e nell’inferno, venne ch’ella accompagnava gli uomini nel nascere, ed assisteva alle madri (Orazio carm. secolare, vers. 13). Gli ateniesi chiamavanla λυσίζωνος scioglicinto, ed a lei veggonsi ne’ poeti appese le zone muliebri (Teocrito, idil. xvii, 60). Era seguita dalle Parche ministre di tutta l’umana vita; però vediamo in alcuni monumenti etruschi ch’ella assiste con le Parche agli sponsali. Ed Orazio con Diana nomina le tre Dive (ibid., vers. 25). La lenis ilithia di questo poeta (vers. 14) è la ειλειθυια de’ greci, diva tutrice di tutti i parti. Da Platone (vi delle leggi) è mentovato il tempio di lei aperto alle incinte.