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CONSIDERAZIONI
considerazione i
Epistola di Catullo ad Ortalo.
Tre elegie abbiamo di Catullo per la morte del fratello. Questa; l’altra, assai più lunga ( carmen lxvii), a Manlio, giustamente celebrata dal Mureto per la più bella di tutta la latinità; ed una, brevissima, ma piena di amore ( carmen xcix), tentata in un sonetto dal Parini (vol. iii, p. 189) non con l’usata felicità. Da quest’ultima pare che il poeta abbia viaggiato sino a Troia per fare l’esequie al fratello. Il promontorio Reteo, ove fu seppellito, sporge nel Bosforo tracio dalla città dello stesso nome, ov’era il sepolcro d’Aiace Telamonio, un tempietto a quell’eroe, e la statua rapita da Marc’Antonio, restituita poi a’ retei da Augusto (Strab., lib. xiii, * p. 892, ediz. Amst., 1807*). Virgil., Eneid., iii, v. 107:
Maximus unde pater, si rite audita recordor,
Teucrus, Rhoeteas primum est advectus ad oras.
— Ortalo a cui fu dedicata la chioma di Berenice’, se s’ha a credere al Vossio, è quello di cui scrisse Tacito, annali ii, cap. 37. Magis mirum fuit quod preces M. Hortali nobilis iuvenis in paupertate manifesta, (Tiberius) superbins accepisset. Catullo nacque, secondo la cronaca eusebiana, verso l’anno di Roma dclxiii. Ortalo pregò l’anno terzo di Tiberio, di Roma dcclxix. Se fosse stato dedicato il poemetto al nobile giovine di Tacito, egli avrebbe avuta l’età di un secolo. Ond’io credo con gli altri cementatori che l’Ortalo sia Q. Ortensio oratore, da Cicerone (de Claris orat., cap. 88) lodato altamente, e