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170 notizia intorno a didimo chierico


giovarsi di quelle poche verità che sono certissime a’ sensi perché o sono dedotte da una serie lunga di fatti, o sono si pronte che non hanno bisogno di dimostrazioni scientifiche.

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Leggeva quanti libri gli capitavano; non rileggeva da capo a fondo fuorché la Bibbia. Degli autori ch’ei credeva degni d’essere studiati, aveva tratte parecchie pagine, e ricucitele in un solo grosso volume. Sapeva a memoria molti versi di antichi poeti, e tutto il poema delle Georgiche. Era devoto di Virgilio; nondimeno diceva «che s’era fatto prestare ogni cosa da Omero, dagli occhi in fuori, negati dalia natura ad Omero, e conceduti bellissimi ed acuti a Virgilio». D’Omero aveva un busto, e se lo trasportava di paese in paese, e v’avea posto per iscrizione due versi greci che suonavano: «A costui fu assai di cogliere la verginità di tutte le muse: e lasciò per gli altri le altre bellezze di quelle deità». Cantava, e s’intendeva da per sé, quattro odi di Pindaro. Diceva che Eschilo era «un bel rovo infuocato sopra un monte deserto» e Shakespeare «una selva incendiata, che faceva bel vedere di notte e mandava fumo noioso di giorno». Paragonava Dante «a un gran lago circondato di burroni e di selve, sotto un cielo oscurissimo, sul quale si poteva andare a vela in burrasca»; e che il Petrarca «lo derivò in tanti canali tranquilli ed ombrosi, dove possano sollazzarsi le gondole degli innamorati co’ loro strumenti; e ve ne sono tante, che que’ canali — diceva Didimo — sono ormai torbidi o fatti gore stagnanti»: tuttavia, s’egli intendeva una sinfonia e nominava il Petrarca, era indizio che la musica gli era assai bella. Maggiore stranezza si era il panegirico ch’ei faceva di certo poemetto latino, da lui anteposto perfino alle Georgiche, «perché — diceva Didimo — mi par d’essere a nozze con tutta l’allegra comitiva di Bacco». Didimo, per altro, beveva sempre acqua pura. Aveva non so quali controversie con l’Ariosto, ma le ventilava da sé; e un giorno, mostrandomi dal molo di Dunkerque le lunghe onde con le quali l’Oceano rompea sulla