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canto secondo 35

Del fier Svarann 1: par di cadente luna
15Raggio il suo volto; nugoli del colle
Forman le vesti: sembrano i suoi sguardi
Scintille estreme di languenti faci.
Aperta, oscura, nel mezzo del petto
Sospira una ferita. – O Crùgal, disse
20Il possente Conàl, figlio di Dedga,
Chiaro sul colle, o frangitor di scudi,
Perchè pallido e mesto 1? io non ti vidi
Mai nelle pugne impallidir di tema,
E che t’attrista? Lagrimoso e fosco
25Quegli si stette: sull’eroe distese
La sua pallida man, languidamente
Alzò la voce in suon debole e roco,
Come l’auretta del cannoso Lego.
– Conal, tu vedi l’ombra mia che gira
30Sul natìo colle, ma il cadaver freddo
Giace d’Ullina sull’ignude arene.
Più non mi parlerai, nè le mie orme
Vedrai sul prato: qual nembo di Cromla
Son vuoto e lieve, e per l’aere galleggio,
35Come nebbia sottile: odimi, o duce;
Veggio l’oscuro nugolo di morte
Che sul Lena si sta: cadranno i figli
D’Inisfela, cadran: da questo campo
Ritirati, o Conallo; è campo d’ombre.
     40Disse, e sparì come offuscata luna
Nel fischiante suo nembo. – Ah no; t’arresta,
T’arresta, o fosco rosseggiante amico,
Disse Conàl; vientene a me, ti spoglia
Di quel raggio celeste, o del ventoso
45Cromla guerriero. In qual petrosa grotta
Ricovri tu? qual verdeggiante colle
Datti albergo e riposo? e non udremti
Dunque nella tempesta, o nel rimbombo
Dell’alpestre torrente; allor che i fiacchi
50Figli del vento a cavalcar sen vanno
Per l’aeree campagne? Ei, così detto,
Rizzasi armato: a Cucullin s’accosta,
Picchia lo scudo; risvegliossi il figlio
Della battaglia. – E qual cagion ti guida?
55Disse del carro il reggitor sublime;
Perchè nel bujo della notte armato
Vieni, o Conàl? potea la lancia mia

  1. Può paragonarsi quest’apparizione con quella dell’ombra di Patroclo ad Achille. Iliade, c. xxiii, v. 81, e quella di Ettore ad Enea presso Virg. 1. 2.