cesco da Carrara; el quale dopo la sua morte, poco tempo stette che i Viniziani tolsero Padova al figliuolo e fecergli tagliare la testa. E veramente a questo sopra detto usuraio gl’intervenne come è scritto; che l’uomo che vivendo dimentica Dio e non se ne vuole ricordare, così morendo permette Idio che dimentichi se medesimo e non si ricordi de la sua salute. Così el misero non si ricordò mai di veruna cosa c’apartenesse a la salute dell’anima sua misera, e de la salute dell’anima sua non ne li fu mai ricordato veruna cosa, però chè la sua misera fameglia per non dargli isbigottimento, non gli ricordar mai nè Dio nè Santi nè cosa ch’appartenesse a sua salute, e così fur cagione e partefici de la sua dannazione; e come miseramente visse così miseramente e peggio morì. E però prego ciascheuna persona che non si lassi mettare al diavolo questo errore nel capo, cioè di credare mal vivare e ben morire, però chè non è pos-
prigione di Gian Galeazzo Visconti nell’anno 1393, ed era vissuto in tal prigionia 4 anni; onde il fatto deve attribuirsi a un tempo anteriore al 1389. Francesco Novello poi vinto da’ Veneziani e spogliato di Verona e di Padova, fu strozzato con due suoi figli, e le vite degli altri Carraresi messe a prezzo.