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morte, si volse contra de figliuoli e cominciò fortemente ’a gridare in grandissima boce e diceva: oimè! figliuoli, aiutatemi che ’l diavol me ne porta! e rinforzando la boce, gridava: o figlioli miei, o voi non m’aiutate, che vedete che me ne porta ’l diavolo! E così gridando rispesso più volte e voltandosi per lo letto, dimostrava d’aver tanta paura, che tutti quegli che gli eran d’intorno piangevano fortemente e tremavano di paura: è così miseramente passò di questa vita. Questo mi disse più volte un uomo degno di fede che l’udiva gridare, presso ch’una balestrata di longa.


Assempro d’un usuraio, el quale doppo la sua morte apparbe a un suo figliuolo a modo d’umbra d'un fummo nero, e disse ch‘ era dannato.

CAP. 9.º


Fue un usuraio ne la città di Lucca el quale aveva due figliuoli, l’uno de’ quali era mercatante, l’altro studiava ed era sufficiente e virtuoso giovano. Avvenne che ’l padre infermò, sicché i figliuoli mandaro per un frate minore per farlo confessare et acconciare dell’anima sua; unde che confessandolo e trovando