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ma senta di Dio, la quale in quell’ora stava in orazione ne la sua casella. Fu ratta in spirituale visione e vidde venire giù per la detta costa grandissima moltitudine et innumerabile, d’uomini neri come ghezzi d’etiopia, scuri e terribili sopra ogni immaginazione umana, e portavano l’anima del sopradetto misero cavaliere, as quale le pareva in forma umana, el quale ella ben conosceva; e menavanlo con furia e con tempesta e con rabbia incogitabile, mordendolo e percotendolo e stracciandolo e dilacerandolo. Et essendo già presso che passati, la benedetta serva di Dio ne scongiurò uno che da la parte di Giesù Cristo le dovesse dire che gente fossero e che andassero facendo. Allora quel ghezzo le rispose e disse, ch’erano le dimonia dello ’nferno ch’erano venuti per l'anima del sopra detto misero cavaliere, per retribuirlo dell’opere sue secondo che aveva meritato. Allora la serva di Dio rispose e disse; perché bisognava però che tante dimonia fussero impacciate per lui? Allora el demonio rispose e disse: però che questo cotale uomo e gli altri suoi pari1 sempre cercò e desiderò e volse gli ono-


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  1. Cioè: come gli altri suoi pari. Queste difettose maniere del nostro scrittore non sempre noteremo; lascieremole da correggere al discreto lettore.