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lecitare, e l’altro andando e vedendo el lume spento, e sentendolo lagnare molto dolorosamente, sicchè con terribile paura tornò al suo conestabile e disseli: io sento ch’egli ha gattive novelle. Corsero tutti giù col lume e trovarlo morto, e dal capo al piè la metià del corpo era tutto scorticato. Allora quel conestabile ispiò dal padre de la fanciulla, e trovò per ordine come è scritto. Le sopra lette cose mi disse un uomo degno di fede ch’era stato con quel conestabile, con cui stava quello incantatore, et udillo da lui più volte.


Come un’uomo, bastemiando Idio, morì subbitamente.1

CAP. 60.°


Intorno agli anni domini mille quattrocento quattro, era ne la città di Siena un uomo, la cui vita era senza nessuna legge e senza nessuna ragione e senza nessun buon costume.


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  1. Questa storia racconta il Tizio nella sua opera Hist. Sen. T. IV. p. 38. all’anno 1404, cioè circa 50 anni avanti egli nascesse. Il disgraziato chiamossi Giacomo Colla, e il fatto successe nell’atrio o Curia degli Ugurgeri. Curia dice in latino il Tizio. V. Spoglio Curia.