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veggo questa fanciulla angiomai maritatoia e non ci ha di che maritarla. Allora la prudente donna rispose al marito e disse: che vuoli tu dire? e’ c’è ancor tanto che noi ne maritaremmo parecchie, et anco potremmo vivare a onore. Sicchè per questo non pianger tu, briga di starti a casa e di far bene, però che c’è tanto che tu puoi vivare a onore se tu vuogli. El marito si fece forza di contenere le lagrime più che potè, ma non poteva tanto, che ogn’otta ch’egli se la vedeva dinanzi, ch’egli non lagrimasse. Unde che la donna sua avedendosi di questo insospettì molto, e un dì el prese per mano e menollo in casa e posersi a sedere. Allora disse la donna al marito suo; io mi so’ aveduta che ogni volta che questa fanciulla ti viene innanzi e tu piagni, sicchè io ti prego, che tu mi dica quale è la cagione, però che sai che tu ed io siamo una medesima cosa, sicchè io debbo sapere e’ tuoi fatti e tu e’ miei, sicchè noi potiamo riparare a ogni contrario che potesse avenire. Allora el marito cominciò a piangere molto a la dirotta, intanto che egli non le poteva rispondere: ma pur finalmente ogni cosa le disse per ordine. Allora la donna, udita la cagione, si li disse. Oh! io credetti che tu avessi altro! Unde che di questa fanciulla, co’ la grazia di