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sa, nondimeno a’ povari faceva molto più singularmente.

Et una volta essendo andato in alcun luogo e tornando, vidde un povaro molto infermo e piagato a’ piei un melo, e per la fame si mangiava cotali meluzze che trovava per terra. E subbitamente el benedetto priore andò a lui, e presolo per la mano e menonnelo dentro nel luogo, e feceli un letto di sua mano e colcollo e lavò le sue piaghe col vino caldo, e medicollo e confortollo coll’uova e co’ la carne e con tutte le cose che gli bisognavano. E parecchie semane di saldo el medicò e servillo di tutte le cose che li fece per bisogno. E considerando che quel povaro rappresentava la persona del Salvatore di tutta l’umana generazione, al cui nome è edificato quel luogo, avevane grande odore e consolazione di servirlo, e non estante che tanto era la puzza che gittavano le sue piaghe, che nullo era che potesse patire de intrare in quella camera per la puzza che v’era dentro. E cosi el servì con molto diletto e carità tanto, che gli ritornaro alquanto le sue forze. E fatto questo gli dette un suo mantello e un tonichino, e del pane e del vino et altre coselline da confortare et alquanti denari, e mandollo al bagno e statovi alquanti di guarì perfettamente,