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punto disposti a dirle, perchè perfettamente inutili per gl’intelligenti e discreti Lettori; ma siamo stati presi a secco da qualche Catone, cui non piace che noi publichiamo questi vecchiumi, ove non si parla mai di cose palpitanti di attualità.

Diremo a nostra scusa.

Che il nostro fra Filippo dipinga di vivi colori, con tutta l’evidenza di chi è animato di quella convinzione che anela far passare in altri; che sia un raccontatore ravvivato da quel fuoco che, come dice Dante, Temperatamente in cuore avvampa, e che è il suggello del vero genio, noi non faremo ai nostri lettori il torto di dimostrarglielo: essi sel vedano! Che se nella lingua non supera i primi trecentisti, se maggiori sono in lui le libertà di stile e di grammatica, pur famigliari agli altri e a’ migliori; certamente nella poesia, nella evidenza e schiettezza non è secondo ad alcuno.

E, sempre dicendo della lingua, è di somma importanza riflettere ch’egli scrive pel popolo, e scrive del tutto la sua lingua, predica da un pulpito di campagna: e di qui è che noi troviamo nel suo dire, forme