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nua la quale l’ottavo dì a quella medesima ora lo scontinò, cioè che molto miserabilemente passò di questa vita. El sopra detto assempro mi disse un venerabile et antico religioso, el quale ne la sua gioventù si ritrovò presente a quella disputazione.


D’un uomo che ferì la immagine di Santo Antonio.

CAP. 27.°


Ne la città di Gaieta presso a la città di Napoli a sessanta miglia, fu un giovano speziale, uomo dissoluto disleale e crudele e bastemmiatore di Dio e de’ Santi, e molto cor rotto nel giuoco. Et aveva nome Cubello Affinato degli Affinati. El misero uomo si pose un dì a giuocare del mese d’Agosto mille trecento novanta e due, e giocando et avendo molto perduto e molto bastemiato Idio e Santi, finalmente levandosi da giuoco con molta disperazione e con molta perdita, e bastemiando Idio e Santi per qualunque modo sapeva peggio. E cosi el misero tornandosi verso la casa vidde una figura del glorioso misser Santo Antonio. E quasi come la figura fusse stata cagione de la sua perdita, e non al diavolo che gli


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