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a tanto che compisse el suo viaggio. Le quali battaglie et impedimenti lasso stare per non prolongar parole. Unde per la grazia di Dio e dell’Appostolo Misser Santo Jacomo andò e gionse a la casa sua in Campostella sano e salvo. E fatta che ebbe la sua debita reverenzia e devozione si ritornaro ad Arezzo egli e ’l figliuolo sani e salvi. E poi ogn’anno faceva la festa di Santo Jacomo ne la sua cappella, e faceva a’ frati una bella refezione e veniva a mangiar con loro. E mangiato che avevano, sempre con dolci lagrime recitava le sopra dette cose. E mirabilemente mutò la vita sua in bene e visse e morì santamente. Nel figliuolo di questo Marino potrebbono e’ miseri padri e madri prendere assempro e dottrina, cioè di gastigare e’ lor figliuoli e di correggiarli e d’ammaestrargli mentre che son piccoli, però che molto giova a farli buoni, e se non in tutto almeno in parte, e se pur troppo non lo’ giovasse son poi scusati nel cospetto di Dio; che per certo abbiano che l’anime loro lo’ saranno poi richieste da Dio de le lor mani in gran giudicio sopra l’anime loro o veramente in gran merito se gli gastigharanno et ammaestreranno bene. Et avenga che ’l sopra detto Marino amendasse e correggesse la sua vita, nondimeno e1 figliuolo per lo mal