Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
il romanzo e la liberta’ | 109 |
«Gli uomini più intelligenti si lasciano tentare talvolta da questa realtà bell’e fatta, — dice — l’accettano e contribuiscono, accettandola, a renderla più indiscutibile. Per vedere la realtà più profonda bisogna avere il coraggio di guardare in sè. Guardare in sè è difficile; la paura delle opinioni altrui, la vergogna, la nostra presunzione e una educazione lunghissima ci impediscono di essere onesti di fronte a noi medesimi, come di fronte agli altri.
Tolstoi ci ha dato parecchi esempi di coraggio. Noto è il suo atteggiamento di fronte a Shakespeare. Riescono preziose a questo punto di vista le pagine di introduzione allo studio su Shakespeare. Tolstoi stesso confessa la sua paura di ammettere che, onta suprema, non amava Shakespeare: paura che è riuscito a vincere dopo essersi illuso volontariamente, per molti anni, soltanto in vecchiaia.
26 Febbraio
Notissimo è l’atteggiamento di Tolstoi di fronte a Napoleone, ai generali, alla strategia, alla guerra.
Ricordo una descrizione di battaglia, in cui si vede il generale passivo, che vince una battaglia senza far nulla. Difficilissimo, anche per dei testimoni oculari, anche per l’aiutante di campo, di ammettere che il generale ha vinto la battaglia per caso. I racconti, le relazioni fatte retrospettivamente, hanno troppa influenza sull’animo di quelli stessi che le sanno false: l’idea fatta, che i generali conducono le battaglie è troppo potente, perchè un uomo nor-