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leggi, che secondo Leonardo devono regolar l’opera del pittore, due sono infatti illustri: la legge del contrapposto e quella del chiaro scuro.

Quando Leonardo scrive che la natura è l’unica maestra dell’arte, e che gli artisti non devono studiare le opere degli artisti, quando possono studiar la natura, non li spinge dunque a imitarla, ma li avverte che per creare un piccolo mondo fatto sul modello di quello grande, devono impararne il congegno.

Per questo Leonardo non può contentarsi, come i pittori del Rinascimento, di contemplare nella natura una splendida superficie tinta di luce, ma deve entrare nelle viscere delle cose.

«Il pittore, scrive infatti, con una punta di disdegno, che ritrae per pratica e giudizio d’occhio è come lo specchio, che in sè imita tutte le a sè contrapposte cose senza cognitione di esse» 1.

La famosa immagine dello specchio è smentita: il pittore non deve riflettere il mondo. Che dovrà fare invece?

«Necessità, scrive, costringe la mente del pittore a trasmutarsi nella propria mente di natura, e a farsi interprete in fra essa natura e l’arte, comentando con quella le cause