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altri pittori del Rinascimento, anche un semplice spettacolo da imitare. Niente di più probabile. Sta di fatto però, anche se in parte egli ha visto la natura come i suoi contemporanei e anche se i contemporanei hanno in parte vista la natura come lui, che si sente in Leonardo una volontà architettonica, un’ambizione smaniosa di lottare contro la tela e contro le mestiche, di cui non si vede traccia negli altri. Che Leonardo fosse sempre scontento di sè medesimo non deve meravigliare, quando si pensa che, dipingendo un quadro, si struggeva di creare un piccolo mondo. Partendo da più lontano e volendo arrivare più in là, si fermava poi, fatalmente, allo stesso punto degli altri; ma a noi la smania di questo filosofo sognatore servirà più dell’opera dell’artista. Come Cristoforo Colombo, si può dire di Leonardo che ha scoperto l’America credendo di andare in India. La chiave della sua estetica è in questo inutile struggimento, in questa bizzarra e immortale infatuazione di idee.
(1) Richter, 20.
(2) B. 36.
(3) B. 9.