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Fra i filosofi e i poeti in tutti i tempi e in tutte le società ha fiorito un genere speciale di pensatori, che san scrivere meglio dei filosofi, e san pensare — cioè esprimere le idee astratte — meglio dei poeti. Questi artisti dell’idea sono in genere più potenti, più pericolosi o più utili a una società perchè parlano a un pubblico più vasto. A essi pensiamo quando cerchiamo il simbolo di una epoca, non ai filosofi che han trovato delle verità immortali e universali. Perchè per il pubblico un’attitudine ha più importanza di un sistema.
Dante è il più grande di questi. Dante che ha preso come tema il giudizio universale e che giudica non solo gli uomini del tempo passato, ma i contemporanei, osando ergersi contro papi, imperatori e falsi predicatori.
Dante ha una formula, un’attitudine. Egli esprime una maniera di sentire, di vivere; egli definisce quello che è particolarmente degno di amore, di sdegno, di odio, di invidia, di castigo; egli presenta agli uomini che sono pronti a prenderla per conto loro «una attitudine» davanti a un mondo in cui tutto è arbitrario.
Tutto il mondo fisico, meccanico, astronomico, umano, filosofico, teologico, morale del
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