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bisogna farla tanto lunga (se no, la sua, che sente «too like the lighting» perde prestigio e si banalizza continuando). Ma Romeo naturalmente non capisce e si crede in dovere di far la sua brava parte di amante esclamando: «così presto, ecc.».

Nell’insieme questa è una bella scena sapientemente interrotta da richiami della nutrice e altre piccole emozioni spicciole, tutte in sordina, benché con discorsi troppo torniti. Giulietta è perfetta, Romeo un piccolo disastro, tenendo conto che Shakespeare lo voleva fare un giovane originale e intelligente. Qui ha sempre l’aria di recitare una parte e di voler strappare l’applauso. Perdoniamo volontieri a Shakespeare l’irrealità di queste dichiarazioni di amore fatte con tanta fortuna per Romeo. Troppa! Troppa! Non la merita un giorno dopo avere appena visto questa quattordicenne, ma certo assai precoce fanciulla.

Versi dolcissimi.

SCENA III — Dal frate Lorenzo. Romeo gli racconta le sue avventure. Il frate che crede Romeo ancora innamorato di Rosalina ha tutte le ragioni di fare una tirata contro l’incostanza degli uomini. Ma, ripeto, ha un brutto effetto questa esagerazione di sentimenti opposti in Romeo: dà l’impressione che ci si trovi dinanzi


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