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male. Doveva essere un po’ come Les comices agricoles della Bovary. Ma qui la folla non si sente, non esiste. La festa è macabra, senza contarne d’eccezionale brevità. Grottesco dei due «pendant», Romeo e Giulietta colpo di fulmine.
E poi perchè presentare Romeo in principio come innamorato alla follia di un’altra persona, per farlo cambiare così rapidamente e con la stessa violenza poi? E’ la miglior maniera di persuadere che gli amori di Romeo non sono seri.
Nell’atto c’è poi un scena di troppo. A me non piace quel polverizzamento di quadri. Il teatro è una sintesi che deve presentare di scorcio e tutte insieme molte situazioni; se si rompono e si raccontano analiticamente diventa un romanzo dialogato, un poema, ma non un dramma.
Così quella mescolanza di prosa e poesia, benché a me non piaccia, potrebbe andare se si alternassero secondo le situazioni, diremo poetiche e prosastiche. E ancora, ci sono?... Ma Shakespeare dà il verso ai titolati e la prosa ai proletari, cosicché vuol quasi dire che i titolati o i re parlano un linguaggio diverso; e così il verso, invece di essere una forma convenzionale, diventa un’espressione del pensiero con
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