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     Movea Lotario così la voce
Dolente al fianco del genitor;
15Ruggìa d’Ugone l’alma feroce
Che in questi accenti proruppe allor:

     «Vôto fremendo stringea l’artiglio,
È ver, d’Elvezia(2) scornato il sir;
Ma l’altrui danno che valmi, o figlio,
20Se innanti veggiomi l’abisso aprir?

     Se più da presso m’insidia il regno
Tale che ammantasi del mio splendor;
Tale che a compiere sì reo disegno
Si giova, iniquo! del mio favor?

     25Sì, Berengario...(3) — Padre, che ascolto!
Di lui sospetti?.. ma oh ciel! pur or
Te umano accoglierlo, benigno in volto
Non vidi? or d’onde l’astio, il livor? —

      — Troppo inesperto, fanciul, tu sei!
30Fin che il sorriso sul labbro sta,
Avvolto io tengolo ne’ lacci miei,
Nè da me salvo fuggir potrà. —

      — Ahi raccapriccio! no, la tua fama
Il tradimento non macchierà!
35Su questa il giuro fedel mia lama,
O questa il petto mi squarcierà. —