Pagina:Ferrari - Lotario, Lodi 1867.pdf/18

12


     Quel misero prence nell’erme sue stanze
150Celando sue smanie trascorse quel dì.
È il figlio che ha tronche le inique speranze;
Pur mai come allora l’amplesso ne ambì.

     Il sole s’asconde; chi lento si appressa?
— Sei desso Lotario?... sei desso!» — Lo son» —
155— Ingrato che festi?» — «Mio padre deh cessa!»
Tra mesto ed altero s’innoltra il garzon.

     Pur una gioia non provata mai
Il re conobbe per virtù d’amor: —
«Padre, dall’onta il nome tuo salvai:
160Or mi punisci... » — Ed ei lo strinse al cor.



(1) Rodolfo di Borgogna (poscia re di Francia) già competitore d’Ugone di Provenza ed escluso dal soglio di Lombardia, per le perfide arti di Ermengarda dei cui vezzi erasi fatto schiavo.

(2) L’alta Borgogna chiamavasi anche Svizzera a’ quei tempi.

(3) Avvertano le giovanette lettrici che questo non è da confondersi col I. Berengario duca del Friuli, e poscia re d’Italia, che perì in Verona di morte violenta per avere generosamente perdonato ai suoi sicari.

(4) Cotesta troppo celebre Ermengarda il cui nome si associa nella storia a quello delle Marozie e delle Teodore, era sorellastra d’Ugone e matrigna di Berengario. — Il tempo dell’azione risale al X secolo dell’Era Cristiana. — L’azione del poemetto si svolge nella reggia di Ugone e poscia di Berengario in Pavia.