Di sotto all’ampio suol per fosco calle
Dal fiume almo Oceáno ella deriva,
Scevra dalle altre decima corrente;
E mentre le altre nove in chiari gorghi
Alla terra d’intorno e al vasto dorso
Si volvono dei flutti e in mare han posa,21
Questa spiccia da un sasso a un fio tremendo.
Chè ove alcun degli Dei, donni dell’alto
Nevoso Olimpo spergiurò libando
Di quell’onda, pel volgere d’un grande
Anno immemore sta; néttare e ambrosia
Non lo pascono mai; senza respiro
E senza voce sovra inerte letto
Egli si giace in rio letargo immerso.
E quando col grand’anno il sopor cessa,
Pena di quella ancor più ria l’attende.
Dalle congréghe degli eterni numi
Escluso egli è, nè mai con lor s’asside
Per nove anni a consiglio od a banchetto;
Al decimo di nuovo al parlamento
Dei cittadini dell’Olimpo è accolto.
- 936 – 804