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     Dalle cinquanta gole,10 aspro, gagliardo;
     Indi la nequitosa Idra Lernea,
     Cui nutricò la bianchi-braccia Giuno
     Invida troppo dell’Erculea possa
     Ma lei pure di Giove il figlio invitto,
     Il fiero Anfitrïonio Ercole spense
     Col prode Iola, e per consiglio espresso
     Di Pallade pugnace. — E la Chimera,
     Mostro spirante irresistibil vampa,
     Indi produsse, orrendo, aspro e veloce.
     Avea tre capi: l’un di lïon truce,
     Di capra l’altro, di serpente il terzo,
     D’orrido drago: al sommo era lïone,
     Drago all’estremo, capra al mezzo, e fuoco
     Divampato anelava: e a lei dier morte
     Pegaso e il pro’ Bellerofonte. E quindi
     Con Orto Echinna giacque, ed il funesto
     Partorì Fice esizïale a Tebe,
     E il lïone Nemeo, che Giuno augusta
     Moglie di Giove nutricò, e mandollo,
     Peste ai mortali, di Nemea sul campo.

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