Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
— 210 —
celtici dell’epoca della pietra sono altra prova di tale credenza. Del resto Orazio espresse un concetto simile a quello d’Esiodo. V. Od., III, lib. III, 69 e segg.
4 La parola Ciclope infatti suona avente in volto un cerchio, cioè un occhio.
5 Cioè, non può esservi nome, che esprima adeguatamente la mostruosa loro natura.
6 Parla di loro fra altri Apollonio Rodio, Argon. II, 7. Son le stesse che Melisse, le nutrici di Giove, e personificazione delle api, che Melisse appunto son dette in greco.
7 Il testo ha Moiras e Kēras. Sono dunque distinti questi due ordini di esseri, tristi compagni dell’uomo. Quelle sono le Parche comunemente dette, datrici sì del bene che del male agli uomini. Queste invece rappresentano i vari generi di morte, e secondo Omero sono perciò infinite. Il., XII, 326 e seg. Esse non vestono quindi che caratteri odiosi, e l’ag giunto che loro talvolta danno i poeti è cagne al sembiante. Euripide, El., 1252.
8 La parola nel testo è Graias, che infatti dice vecchie.
9 Si veda nella Mitologia di Max Müller, pag. 307, la bella esposizione del mito di Perseo e Medusa.
10 Farà maraviglia, che Esiodo dia a Cerbero 50 teste. Forse avvenne qui, come osserva il Göttling, uno spostamento di verso, e quell’aggiunto dovea darsi a Tifone. Ma potrebbe pure trovarsene ragione in