La dia Menippa, Samata formosa,
Neso, Eupompa, Pronóe, Temisto, e infine
Nemerta, che comun col padre ha il senno.
Dell’innocente Néreo ecco la prole
Di bell’opere edotta. — Indi Tomante
Del profondo Oceán la figlia Elettra
Sposa menossi, e n’ebbe Iri veloce,
Le Arpie crinite, Ocipete ed Aëllo,
Che coi celeri vanni al par dei venti,
Al pari degli augei volano ratte,
E s’ergono alle nubi. A Forco poi
Partorì Ceto dalle belle guance
Le Gree, fin dalla nascita canute,
Onde Gree le momâr gli eterni numi,8
E quanti ha umani abitator la terra
Pefredo che leggiadro, Enio che croceo
Ha il peplo, e le Gorgôn ch’hanno l’ostello
Nell’ultimo confin dell’occidente
Oltre il sacro Oceáno, e ov’han dimora
L’Esperidi canore, Eurialo, Steno,
E Medusa che doglie aspre sofferse:9
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