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276 | capitolo vi |
mante il solido elastico deve riprendere il suo primitivo stato (naturale), ed in generale che le deformazioni elastiche subite non debbono modificare la sua elasticità.
Ora queste conclusioni sono direttamente contraddette dalle alterazioni permanenti, che per analogia coi fenomeni chiamati da Ewing di isteresi magnetica, si denominano anche fenomeni di isteresi elastica. E si tratta di una contraddizione che investe le basi stesse della teoria meccanica dell’elasticità.
G. Robin nelle sue lezioni di Termodinamica generale insisteva sulla circostanza che i principii della Meccanica contengono una ipotesi di non-eredità, poichè si postula in essi che lo stato futuro del sistema dipenda dalle condizioni statiche attuali. Ed in alcune pagine suggestive del suo recentissimo libro su «La Science moderne et son état actuel»1 E. Picard sviluppa considerazioni interessanti sopra una Meccanica dove si abbia al contrario da tener conto della eredità: certe equazioni funzionali vi prenderebbero il posto delle equazioni differenziali classiche.
Le alterazioni elastiche permanenti, come in generale i varii fenomeni d’isteresi, sembrano richiedere una tale profonda modificazione.
Ma non è escluso che si tratti soltanto di casi d’eredità apparente.
Per far rientrare questi casi nella Meccanica classica, basta infatti ammettere che non si sia tenuto conto di tutti gli elementi notevoli determinanti il fenomeno, cioè basta considerare il sistema come parte di un sistema più ampio, cui si applichino i postulati meccanici.
Questo modo di risolvere la difficoltà darebbe luogo a molte riflessioni. Ma lasciamo da parte per il momento questi casi aberranti, salvo a riprenderli in considerazione più tardi, nelle conclusioni finali della nostra critica.
E dalla teoria cinetica della materia passiamo agli sviluppi termodinamici che vi si collegano.
§ 13. Teoria meccanica del calore: conservazione dell’energia.
Se, come già ammetteva Descartes, il calore è un movimento disordinato delle particelle elementari della materia, e il movimento si lascia spiegare mediante forze centrali, ci deve essere un equivalente meccanico del calore. Questa conseguenza è contenuta implicitamente nel principio delle forze vive (cap. V, § 28); essa precede di un secolo la scoperta della conservazione dell’energia.
Il merito di questa scoperta è conteso fra varii ricercatori, e alla questione di priorità si lega il problema, assai più interessante per il filosofo, di riconoscere i legami fra la speculazione teorica e la conquista sperimentale.
- ↑ Paris, Flammarion.