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la meccanica | 231 |
Mentre il processo dei mezzi ottici ci fa scoprire stelle a distanze sempre più grandi, le loro velocità relative, per quanto si può arguire dalle variazioni angolari dei raggi visuali e dal principio di Döppler, non superano certi limiti, comparativamente piccoli.
Ora se a questa osservazione si dà il valore di un postulato generale, ne consegue che: le rette congiungenti i punti materiali lontani (stelle) tendono col crescere delle distanze a direzioni che restano invariabili le une rispetto alle altre.
Che codeste direzioni limiti sieno da ritenere come astronomicamente fisse, apparirà naturale poichè esse rappresentano un ideale sistema di riferimento relativo all’insieme di tutti i corpi celesti. Per essere più esatti, poichè in realtà codesto limite è irraggiungibile, diremo che l’universo astronomico, ove si accolga il postulato anzidetto, ci porge un sistema di direzioni tanto più fisse quanto più lontano si riesce a spingere l’osservazione.
Il valore pratico della determinazione anzidetta si rileva dal fatto che i raggi visuali condotti dalla terra a tutte le stelle propriamente dette, conducono già a direzioni i cui angoli non variano sensibilmente che dopo anni, e porgono quindi un riferimento sufficiente per i bisogni ordinarii; una correzione progressiva si può introdurre, ove occorra, mediante un confronto delle variazioni angolari, cioè scartando le stelle più vicine che variano più rapidamente delle altre la loro orientazione.
È molto notevole che le leggi della Dinamica newtoniana conducano d’altra parte a ritrovare le direzioni fisse sopra definite. Ed un tale acquisto compensa ampiamente l’infelice espressione di Newton, che ha ammesso il concetto del moto assoluto come dato a priori.
Come abbiamo detto l’equazione del moto di un punto materiale fu considerata dapprima implicitamente da Galileo, nel caso della gravità, e come relativa alla terra; ma un confronto più largo dei dati astronomici porta a correggere codesta legge, mostrando che essa ha un valore più preciso ove sia riferita alle direzioni delle stelle. Ora se oggi si vuol dare un senso positivo alla supposizione che Newton accoglie implicitamente, col moto assoluto, sembra che si debba enunciare il seguente Postulato:
Le leggi dinamiche si verificano tanto più precisamente quando si riferiscano ad un sistema di assi le cui direzioni si accostino di più alle direzioni astronomicamente fisse.
Mercè le leggi dinamiche si può dare alle «direzioni fisse» un altro senso che non dipende più direttamente dall’Astronomia, ma che è pur sempre relativo. Ciò può esser fatto sia riferendosi ai moto di un punto materiale, sia al moto di un corpo solido, nel qual caso la Dinamica permette di determi-