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206 capitolo v


Ma il concetto della contemporaneità così posto non è rigoroso, ed anzi contiene un errore apprezzabile; infatti è noto che Roemer in base a considerazioni astronomiche, e Foucault con una diretta esperienza sulla terra, hanno misurato la velocità della luce (circa 300.000 km. al 1’’), la quale si è trovato poi esprimere anche la velocità di propagazione delle onde elettriche.

A prescindere dunque dal criterio della misura, la successione temporale viene così resa indipendente dallo spazio soltanto nell’ordine d’approssimazione indicato dalla velocità della luce; in quest’ordine d’approssimazione, molto elevato rispetto alla pratica ordinaria, si possono agevolmente verificare sulla terra le previsioni concrete a cui conduce l’ipotesi di tale indipendenza.


§ 5. Proprietà della successione temporale.

Le proprietà dell’ordine che concepiamo come tempo fisico ci vengono imposte da condizioni associative delle varie scale temporali possibili.

Se prendessimo una sola scala costituita da una serie fenomenica periodica, questa ci darebbe una rappresentazione del tempo come di un ordine chiuso; ma la varietà delle nostre sensazioni nel loro complesso c’impone di considerare il tempo come un ordine aperto, il quale si estende poi indefinitamente nei due sensi colla supposizione di fenomeni possibili, successivi o precedenti a quelli delle serie date. Le serie fenomeniche periodiche si lasciano quindi associare per contemporaneità alle serie non periodiche, dando a ciascun fenomeno di esse una serie di posti ripetuti.

La continuità dell’ordine temporale è un’ipotesi relativa al concetto del tempo fisico, cui siamo indotti dal voler associare in una scala temporale astratta tutte le scale temporali possibili, e segnatamente quelle che tengono alla rappresentazione genetica delle diverse serie lineari di punti tattili o visivi (cfr. cap. IV). Il tempo psicologico non è continuo, perciocchè sono momenti di esso tutti i fenomeni percepiti l’uno dopo l’altro, i quali si presentano in una serie numerosa.


§ 6. Durata.

La nozione di un ordine secondo cui i fenomeni si succedono non esaurisce il contenuto della nostra conoscenza del tempo. Generalmente vi si aggiunge una determinazione metrica della durata che è anzitutto relativa alla serie fenomenica presa come scala temporale.

Un criterio della misura del tempo ci viene dato generalmente da ogni serie di fenomeni acustici o visivi, che si succedano ad intervalli distinti, ma assai frequenti da riempire tutto il campo psicologico dell’attenzione; l’apprezzamento quantitativo delle durate relativamente alle serie suddette è fornito dal contare le pause.