Pagina:Eccher - La fisica sperimentale dopo Galilei, 1896.djvu/28


Eccher, La fisica sperimentale dopo Galileo 389

lingue, parlatore e scrittore chiarissimo, o segretario dell’Accademia. I “Saggi di naturali esperienze„ bastano da soli a testimoniare della di lui valentia.

Nè va taciuto del Redi, forse più noto pel famoso ditirambo, che per le esperienze fisiche da esso eseguite, per quanto fosse assiduo e diligente accademico, medico rinomatissimo, naturalista, fisiologo.

Quanto progresso di lavoro sperimentale, e quale promessa di larga messe per l’avvenire! Era quella del Cimento tale accademia, che si sarebbe detto sfidare l’avversità de’ tempi; ed invece, dopo soli nove anni di vita, d’un tratto fu spenta. Sagriticata dal suo presidente alla paura ed alla prepotenza di Roma. Ahimè! Quam parva sapientia regitur mundus. Pensare che un’accademia di nove scienziati, che non fanno che interrogare scrupolosamente la natura e registrarne i responsi, dà tanta ombra da far paventare ne rimanga scossa la fede, ne soffra la Religione! E d’altra parte non erano i Medici da tanto di resistere alle pressioni di Roma; essi che tenevano il potere da Clemente VII soffocatore delle libertà fiorentine, e già macchiati dell’ignominia d’aver consegnato Galileo all’inquisizione. Il principe Leopoldo s’ebbe il cappello da Cardinale e l’Accademia fu sciolta.