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perchè sono tanto accorto | 43 |
specie molto rara in Francia, e difficilissima a trovarsi — a maggior onore di Prospero Mérimée.... Forse, sono geloso di Stendhal? Mi ha rubato la migliore freddura ateistica, proprio quella che avrei potuto far io: «l’unica scusa di dio è ch’egli non esiste».... E io stesso l’ho detto, non so in quale mio scritto: «Quale è stata finora la massima obbiezione mossa all’esistenza? Dio»....
4.
Il più alto concetto della lirica me l’ha dato Enrico Heine. Cerco inutilmente nei secoli passati una voce altrettanto dolce e appassionata. Egli aveva quella divina cattiveria senza la quale non so immaginarmi la perfezione; poichè io apprezzo il valore degli uomini, delle razze, a seconda del grado in cui possono congiungere l’immagine di dio con quella del satiro. — E come scrive il tedesco! Un giorno si dirà che Heine ed io siamo stati di gran lunga i primi artisti della lingua tedesca, ad una distanza incalcolabile da tutto ciò che hanno fatto di lei dei semplici tedeschi....
Col «Manfredi» di Byron devo avere qualche affinità di sangue tutti gli abissi della sua anima li ho riscontrati anche nella mia; a tredici anni ero maturo per quest’opera. Io non ho parole, ho solo uno sguardo per coloro che davanti al «Manfredi» hanno il coraggio di pronunciare la parola «Faust». I tedeschi sono incapaci di concepire la grandezza: Schumann informi! Per un’intima rabbia contro questo sassone sdolcinato, ho composto una «Contro-Ouverture» al «Manfredi», di cui Hans von Bülow diceva che non aveva mai visto roba simile scritta su carta da Musica, che quella era una violazione d’Euterpe.
Quando cerco la mia più alta ragione di stima per Shakespeare, trovo sempre soltanto quest’una: ch’egli ha concepito il tipo di Cesare. Cose simili non s’indovinano: lo si è o non lo si è. Il grande poeta attinge solo alla sua realtà, fino al punto ch’egli non può