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Nè mi si venga a ricantare, che Licurgo gran legislatore di Sparta avesse proibito ogni lettura ai suoi concittadini. Per quanto sappiamo non si conoscevano altri scritti che quelli del grande Omero; e di questi non solo ne permise la lettura, ma raccomandolla; perchè nella Iliade specialmente di quel divino poeta avvi tutta la scienza tanto sacra che profana, con la quale potevasi informare la mente ed il cuore dei suoi concittadini.
Non mi si gridi: alla croce! se io con questa premessa sembrassi voler concludere, che anco con i Romanzi, ma però morali, e informati da sani principii e aventi per fine una qualche privata o pubblica virtù, si possa educare e istruire. Lungi il sacrilegio del confronto, ma non mi si nieghi l’utilità: l’ombra di Omero, cieca come il Destino e dura come il di lui trono di ferro, nebulosa giganteggia ancora sul mondo pagano, nascondendo il suo capo tra le fitte tenebre della degradata divinità; come l’ombra di Dante caccia la sua lucida fronte negli splendori eterni di un Dio tutto misericordia, mentre tremenda per i rei stringe nella destra il flagello inesorabile della divina giustizia: e solo quest’ulti-