Pagina:Dresselio - Scola della patienza.djvu/745


Parte III. Cap. IV. 719

lingua, e col cuore. E non fanno altro che dire: Signore io vi rendo immortali, e infinite grazie, che mi facciate tanto honore, ch’io possa patire qualche cosarella per vostro amore: vi ringratio, che mi teniate nel numero de’ vostri figli: e qual’è quel figliuolo, che ’l Padre nol castighi? Quis sana intelligentia (dice S. Gregorio) de percussione sua ingratus existet, si ipse sine flagello non exit, qui hic sine fine peccato vixit.b Chi sarà che habbia cervello, che sia ingrato di quello, che patisce se quello, che qui visse senza peccato patì tanto?

E però è cosa di buona mente benedire Iddio non solamente nelle cose prospere, ma lodarlo ancora nelle avverse. Se ringratiando Iddio nelle avversità con la patienza te lo renderai propitio, oltre che ti saranno rese le cose, che perdesti con moltipli-