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Parte II. Cap. II. 373

fra se stesso ad esclamare, e dire: non già, O chi mi portasse una gallina grassa, ò un buon cappone, ò un poco di pan fresco ò bianco? Mà si bene: ò chi mi desse un poco di pan muffo? Dove, di gratia, imparò egli, e da chi questa così gran temperanza? L’imparò dalla fame, e ciò nella Scuola della Patienza. E perciò ottimamente disse Eusebio: Fames eum revocavit, quem fatuitas expulerat. b La fame fù quella, che richiamò colui, che il troppo mangiare haveva cacciato via. Poiche i falconi non ritornano mai da i lor padroni se non sono forzati dalla fame. Noi altri ci crediamo, che la fame sia un gran male, mà è molto maggiore l’intemperanza. Accioche dunque noi fuggiamo questa, Dio ci manda qualche volta quell’altra. Ci castiga con la fame, per insegnarci ad astenerci dalle cose vietate,