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198 | Scola della Patienza |
vuoi essere buon marinaro hai da imparare questa arte nelle tempeste; se sei soldato ne i pericoli; e se veramente vuoi diventare un’huomo, nel patire, e sopportare con patienza le afflittioni. Doctrina enim viri per patientiam noscitur. a Quello, che hà imparato un’huomo si conosce per la patienza. E così questo è il fine dell’essercitio, l’altro del castigo.
Le calamità con le quali siamo castigati, ò ci servono per flagelli, quando habbiamo peccato; ò di freno, per non peccare. E’ mano di Padre quella, che spesso percuote i delinquenti; mà quella, che tardi, e una sola volta castiga, è di carnefice. Il castigar di Dio, è vero, che riguarda i tristi, mà non però è malo, ò tristo, perche non è altro, che un certo reprimere, e raffrenar’altrui dal male. Et à questo modo ogni pena è buona rispetto alla giustitia, si come al contra-