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andare a ritrovare il Sole per sentir da lui medesimo la verità della sua nascita. Fetonte recossi al palazzo del Sole, gli palesò il motivo della sua visita, e lo pregò di accordargli una grazia senza specificarla. Il Sole cedendo agl’impulsi dell’amor paterno, giurò per lo fiume Stige di non negargli cosa alcuna. Allora il temerario giovine gli chiese il permesso d’illuminare il mondo per un sol giorno, conducendo il suo carro. Il Sole, impegnato da un giuramento irrevocabile, indarno adoperò i suoi sforzi per frastornar suo figlio da una impresa così difficile. Fetonte, che non conosceva pericolo, persistette nella sua capricciosa dimanda, e già montò sul carro. I cavalli del Sole non riconoscendo più il maneggio del loro padrone, deviarono dal corso ordinario; ora salendo troppo in alto, minacciavano il cielo di un inevitabile incendio; ed allora tutto periva sulla terra per soverchi o freddo; ora scendendo troppo in giù, inaridivansi i fiumi e bruciavansi i monti. La terra se ne querelò presso Giove, il quale, per prevenire lo scompiglio universale, e dare un pronto riparo a questo disordine, fulminò Fetonte, che cadde morto nell’Eridano, oggidì Po, fiume d’Italia. Le sue sorelle e Cicno suo amico ne piansero tanto, ch’esse furono cangiate in pioppi e Cicno in cigno. Questa disgrazia cagionò tal confusione nel Cielo che bisognò passare un intiero giorno senza Sole. Nota 54.

Filemone. (V. Bauci.)

Filomela, figlia di Pandione, re di Atene, sorella di Progne. Tereo re di Tracia, per compiacere Progne sua moglie, recossi in Atene a fine di condurre Filome-