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ro, tirato da tigri, e da linci o da pantere; spesso anco tenendo una coppa in una mano, e nell’altra un tirso, di cui erasi servito per fare scaturire delle fonti di vino. Nota 23. — fig. 14.

Bauci, era una donna povera ed attempata; cne viveva con suo marito Filemone quasi vecchio, com’ella, in una picciola capanna. Giove sotto figura umana, accompagnato da Mercurio, avendo voluto visitare i paesi della Frigia, fu ributtato da tutti gli abitanti del borgo, presso cui abitavano Filemone, e Bauci, che furono i soli ad accoglierlo. Per ricompensarli, questo Dio ordinò loro che lo seguissero fin sulla vetta di un monte. Questi due vecchi sposi avendo ciò eseguito, guardando, verso il loro paese, videro tutto il borgo, ed i contorni sommersi, a riserva della loro picciola capanna, che fu cangiata in un tempio. Giove promise a questi pii e cortesi sposi di accordargli tutto ciò ch’essi avrebbero chiesto. Dimandarono di essere i ministri di quel tempio, e di non sopravvivere l’uno all’altro; e i loro voti furono esauditi. Pervenuti alla più decrepita età, Filemone si accorse che Bauci trasformavasi in tiglio; ma fu maggiore la sorpresa di Bauci, allorquando si avvide che Filemone diveniva quercia. Dieronsi allora, colla maggior tenerezza, gli estremi addio.

Bellerofonte, figlio di Glauco, re di Epiro. Il di lui vero nome era Ipponoo, perchè fu il primo, che abbia insegnato l’arte di guidar cavalli per mezzo della briglia. Avendo disgraziatamente ucciso nell’atto della caccia suo fratello Pirreno, andò a ricoverarsi presso