Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
no apertamente lo attestano, e Anthemio dice essere stata questa una comune opinione nel sesto secolo. Ma a tutte queste autorità, che non sono di lieve momento, si suole contro opporre il silenzio di Polibio, Livio, e Plutarco: costoro scrissero di proposito dell’assedio di Siracusa, e nulla omisero di ciò, che potea tornare o ad ornamento de’ loro discorsi, o pure a laude di Archimede. Nondimeno niun motto essi fecero di quello specchio, e dell’incendio di quelle navi. L’artifizio sarebbe stato, e così nuovo, e così maraviglioso, che non par cosa credibile, ch’essendo quell’incendio accaduto, l’avessero passato sotto silenzio, e un fatto trascurato, che doveano magnificar colle parole. Ma tolto ogni altro argomento, egli è certo, che se il silenzio di questi tre storici rende dubbio l’incendio delle navi romane, l’autorità di tanti altri stabilisce per certa l’invenzione, che fatto avea Archimede di uno specchio ustorio composto di più specchi piani, che sarebbe stato attissimo a brugiarle. E se il nostro geometra avea già prima immaginato questo specchio, siccome è verosimile avendo riguardo al-