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Dai Liburni ai Cerauni contansi poco più che due mila stadii: e Teopompo dice che tutta la navigazione cominciando dall’ultimo seno è di sei giorni; e che può viaggiarsi in trenta dì a piedi tutta l’Illiria. A me par nondimeno che questo autore esageri; oltre di che egli asserisce anche altre cose incredibili: come a dire che i due mari comunichino fra di loro, argomentandolo dall’essersi trovato qualche vaso di Taso o di Chio nel fiume Narone; che amendue questi mari si possano vedere da una certa montagna; che la posizione delle isole Liburnidi sia tale da formare un cerchio di cinquecento stadii; e che l’Istro con una delle sue bocche entri nel mare Adriatico. Alcune di siffatte dicerie popolari si trovano anche in Eratostene, come nota Polibio parlando di lui e di altri scrittori.

Tutta la spiaggia illirica è provveduta di porti assai comodi, e così parimenti anche le isole vicine; all’opposto della spiaggia italica che le sta di rimpetto e che n’è priva. Entrambe poi sono tiepide e fruttifere, sicchè vi allignano bene gli ulivi e le viti, tranne alcuni luoghi dove il terreno eccessivamente s’indura. Ma sebbene sia di tal fatta, nondimeno la spiaggia illirica fu anticamente negletta; forse perchè non s’ebbe contezza della sua bontà, ma senza dubbio assai più per la salvatichezza degli abitanti e pel costume che avevano del ladroneccio.

Il paese superiore a questa spiaggia è tutto montuoso, freddo, nevoso, e la parte che accenna al settentrione più che il restante: sicchè quivi sono scarse le viti così ne’ luoghi elevati come nei piani. E sono tutte