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libro secondo 227

(le quali non appartengono ai calcoli geografici), ma considerandone solo la linea retta da un capo all’altro: e si noti che dalle sorgenti del Tago ai Pirenei v’hanno ancora più che mille stadii.

Polibio accusa giustamente Eratostene di non conoscere le cose d’Iberia, sicchè poi qualche volta esce in proposizioni contraddicenti rispetto a quella regione. Così dopo aver detto che le parti d’Iberia bagnate dal mar esteriore fino a Gadi sono abitate dai Galati (e il dice chiaramente, asserendo che costoro occupano fino a Gadi tutta l’Europa occidentale), si dimentica poi di questa sua asserzione, e quando descrive la periferia dell’Iberia non parla punto dei Galati. Allorchè poi Polibio1 dice la lunghezza dell’Europa essere minore di quella della Libia e dell’Asia prese insieme, non sa fare dirittamente il confronto di queste tre parti: «La sboccatura allo stretto delle Colonne, egli dice, è verso l’occidente equinoziale, ed il Tanai discorre dall’oriente estivo: la lunghezza dell’Europa è dunque minore di quella della Libia e dell’Asia, insieme prese, quanto è lo spazio che sta tra il levante d’estate e il levante equinoziale; giacchè questa porzione del semicerchio settentrionale è occupata dall’Asia». Ma oltrechè Polibio si fa qui difficile in cose per sè medesime facili e piane, è poi anche falso che il Tanai scorra dal levante d’estate. Perocchè tutti coloro che sono pratici di que’ luoghi dicono ch’esso muove dal

  1. Il nome di Polibio non è nel testo, ma lo aggiungono gli Edit. franc., i quali sospettano che qui v’abbia qualche lacuna.